Tragicamente, milioni di giovani dipendono dal mondo online sfrenato sia per conoscere che per attivare la propria sessualità. In apparenza, la pornografia può sembrare innocua, ed è ciò che l’industria vuole far credere. Ma non è così. Gli scienziati hanno dimostrato che il porno favorisce allarmanti cambiamenti nelle funzioni cerebrali.
Come ministero anti-tratta, siamo interessati a intervenire in questo ambito anche perché la pornografia, oltre a creare dipendenza, alimenta il fenomeno della tratta, sia direttamente, perché le vittime vengono sfruttate per foto e video pornografici, sia indirettamente, perché la pornografia spinge a comprare sesso.
Stiamo lavorando sulla traduzione e adattazione del manuale Youth Against Pornography, di Glenn Miles da utilizzare con gli adolescenti per prevenire i danni da uso di pornografia. Il manuale è nato per il contesto asiatico e va tradotto e adattato al contesto europeo. Un lavoro meticoloso e impegnativo che comporta rivedere la grafica, i testi e il linguaggio.
È per questo che una donna del team ha avuto in cuore di sottoporre la bozza a sua figlia Madison di 26 anni e a dei suoi coetanei per sentire loro come giovani cosa ne pensassero. Da questa conversazione con Madison sono nati degli spunti di riflessione utili e importanti anche per noi e le nostre chiese.
Cosa pensi del manuale?
La nostra conversazione è iniziata con una semplice domanda: "Cosa ne pensi delle illustrazioni del manuale della campagna Youth Against Pornography?"
Madison ha sfogliato con attenzione ogni pagina e i suoi pensieri si sono riversati in un flusso riflessivo e onesto. Quello che seguì fu più di un semplice feedback su uno strumento di sensibilizzazione: divenne un momento di apprendimento reciproco e di riflessione profonda.
Ha iniziato a fare domande, non per curiosità, ma per un sincero desiderio di capire e di mettere in discussione le norme che aveva osservato. Le sue domande non erano accusatorie, ma erano penetranti, oneste e scomodamente rivelatrici. Hanno cambiato la mia mentalità in modi che non mi aspettavo.
Il contrasto tra due mondi
La prima osservazione di Madison riguarda gli atteggiamenti drasticamente diversi nei confronti della pornografia tra i suoi compagni di scuola e le persone della Chiesa.
A scuola, ha spiegato, la pornografia viene discussa apertamente. È normalizzata. Gli studenti parlano con disinvoltura di ciò che hanno guardato e i link vengono condivisi come i consigli per i giochi. Il senso di vergogna è minimo o nullo. È vista come un normale intrattenimento, non diverso da una serie televisiva popolare o da un meme di tendenza.
Nella Chiesa è vero il contrario. Le conversazioni sulla pornografia sono sepolte sotto strati di silenzio, vergogna e senso di colpa. È considerata un peccato e questa consapevolezza porta le persone a nascondere i loro problemi invece di affrontarli. Nessuno ne parla e certamente nessuno ammette di guardarla. Il risultato è l'isolamento e la segretezza.
Il suo punto di vista era sorprendente: entrambi i gruppi - all'interno e all'esterno della Chiesa - mancano di modi sani per elaborare e rispondere alla pornografia. Una parte è desensibilizzata; l'altra è messa a tacere dal senso di colpa. Nessuno dei due affronta veramente i problemi emotivi, relazionali e spirituali alla radice.
Domande difficili per la Chiesa
Poi è arrivata la domanda che mi ha accompagnato per molto tempo dopo la fine della nostra conversazione: "Chi formerà la chiesa per promuovere una sessualità e relazioni sane? Chi ritiene la chiesa responsabile di essere un luogo di prevenzione, educazione e guarigione? Chi si prende cura del gregge in questo senso?"
Ci ha sfidato - specialmente quelli di noi che svolgono questo ministero - con ulteriori domande: Quali qualità ha sviluppato la Chiesa per affrontare queste sfide?
Come ministero anti-tratta come OM, quale formazione formale o informale abbiamo ricevuto? Siamo certificati? Siamo preparati?
Ha riconosciuto il valore della fede e della compassione, ma ha chiesto: “È sufficiente senza equipaggiamento e competenza?
Erano domande scomode, perché mettevano in luce punti ciechi, aree in cui le buone intenzioni non sono sufficienti senza gli strumenti giusti, la formazione e la responsabilità.
Misurare il nostro impatto
La sua seconda domanda chiave ha colpito il cuore della nostra identità come cristiani: "Qual è l'orgoglio della chiesa? Ci vediamo come parte della soluzione? O a volte ci sentiamo soddisfatti semplicemente per non essere “parte del problema”?"
Non stava criticando la chiesa: ci stava chiamando a essere all'altezza di ciò che diciamo di credere. Ad essere un luogo dove le persone trovano la guarigione, non solo la condanna. Un luogo in cui le conversazioni difficili non vengono evitate, ma accolte.
Personalmente vedo questo come un “buon problema”, una sfida che costringe a crescere. Ma i buoni problemi richiedono comunque risposte ponderate. Richiedono l'identificazione delle cause profonde, la comprensione delle conseguenze e lo sviluppo di strategie pratiche e piene di grazia.
Raggiungere questa generazione
Poi è arrivata la terza domanda: "Come si fa a comunicare con questa generazione sulla pornografia in modo costruttivo, senza gravarli di vergogna?"
Come possiamo aiutare i giovani a capire perché la pornografia è dannosa?
È meglio fare domande e guidarli con delicatezza? Oppure esiste un approccio più efficace che favorisca l'apertura e la sicurezza? Lei ha sottolineato l'importanza di costruire spazi in cui l'onestà sia accolta, non punita.
Dio come luogo sicuro
Il libro dei Salmi 9:9-10 mi invita a considerare cosa significhi veramente trovare sicurezza in Dio, non solo come protezione dal pericolo, ma come luogo in cui il mio io completo può essere visto e accolto con cura. Nelle nostre conversazioni quotidiane, spesso riduciamo i “luoghi sicuri” a barriere fisiche o emotive. Ma la sicurezza che Dio offre è molto più profonda. È un rifugio in cui i nostri dolori nascosti e i nostri silenziosi desideri non solo vengono notati, ma anche profondamente compresi.
Alla presenza di Dio, il peso della vergogna comincia a sollevarsi. Il processo di guarigione è onorato, è sacro. Non c'è fretta, non c'è pressione. Ti viene dato il dono del tempo per sentire, per crescere, per essere semplicemente. In questo luogo sicuro, la tua umanità non è solo compresa, ma apprezzata, e il tuo valore sacro viene portato alla luce.
C'è spazio per sentire senza paura, per fare domande senza giudizio e per esistere semplicemente senza bisogno di esibirsi. Questo tipo di sicurezza non è solo confortante, ma trasforma. Ci insegna come essere più presenti con noi stessi e con gli altri, come creare spazi più sicuri nelle nostre relazioni e come vivere in modo più onesto.
Il Salmo 9:9-10 lo esprime magnificamente:
Il Signore è un luogo sicuro per gli oppressi, un luogo sicuro nei momenti difficili.
Coloro che conoscono il tuo nome hanno fiducia in te, perché tu non hai abbandonato chi ti cerca, SIGNORE.
Queste parole mi sfidano non solo a riposare nel rifugio di Dio, ma anche a riflettere: Come posso offrire lo stesso tipo di rifugio agli altri?
Come posso incarnare la pazienza, la presenza e la fiducia nelle mie interazioni quotidiane?
Per approfondire:
- Articolo sugli effeti di pornografia sullo sviluppo del cervello e delle relazioni: Is Porn Harmful?
- Articolo sulla relazione tra pornografia e la tratta di essere umani: https://exoduscry.com/articles/porn-and-trafficking/
- Sito di Glenn Miles: https://gmmiles.co.uk/